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Channel: Chiara Maci
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Timballo infornato di anelletti alle verdure.

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Ingredienti:

400 gr di anelletti
2 uova LE NATURELLE
1 broccolo
1 carota
1 cipolla
1 patata
1 carciofo
1 radicchio
capperi
olive nere
pangrattato
formaggio grattugiato tipo grana
olio evo
sale
prezzemolo

Lavate le verdure e pelate la patata e la cipolla. Tagliate le verdure a dadini piccoli. Stufate la cipolla con olio evo in una padella antiaderente, poi unite tutte le verdure. Aggiungete sale, pepe, prezzemolo e fate cuocere a fuoco medio-alto per 15 minuti almeno. Lessate gli anelletti e, quando ancora al dente, scolateli e uniteli al condimento, aggiungendo i capperi dissalati e le olive a pezzetti e terminando la cottura per altri 2 minuti almeno. Sbattete le uova con un po di pangrattato. Imburrate uno stampo o 8 stampini monodose e ricopriteli di pangrattato.
Unite le uova in padella (non devono cuocere, quindi fate intiepidire la pasta), mescolate bene poi versate nella teglia o nei mini stampi.
Infornate per 10 minuti con funzione grill. Quando pronto, togliete dal forno, sformate e servite.

Do you feel the ocean? Tahiti, il paradiso lontano.

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Quando ero piccola, sognavo di viaggiare per lavoro.
E poi l’agenzia, l’azienda, mai un aereo e mai un viaggio destinato a noi stagisti o dipendenti da poco (tempo). Viaggiare è visto come un premio, quando sei all’inizio.

Poi le cose cambiano e nel giro di pochi mesi cominci a non stare mai ferma.
Da Milano in giro per il mondo, sempre. Un bagaglio da fare e disfare in continuazione, una vita da nomade e la soddisfazione di sentirsi ricchi, al ritorno a casa.

Mi hanno cresciuto così i miei genitori e crescerò così Bianca. Con l’idea del viaggio come premio, come scoperta, alle volte fuga, alle volte ritorno.



-Negli ultimi tre anni ho fatto tanti viaggi, ma solo tre davvero importanti.
Il primo in Thailandia, il secondo in Israele e il terzo qui, in Polinesia francese.
Sono stati tre viaggi significativi perché capitati in tre momenti molto difficili della mia vita.
Il viaggio non capita mai a caso. Ne sono certa.
Dico di no a decine di voli ogni anno, perché per viaggiare bisogna sapere quando partire.
Mai come in questo caso conta la qualità e non la quantità-

Sono partita per Pukhet nell’unico momento della mia vita in cui ero terrorizzata dall’idea di stare tante ore su un aereo, sola. Erano giorni molto difficili, mi ero appena ritrasferita a vivere a Milano e sapevo che quel viaggio avrebbe cambiato la mia vita di allora.

Sono partita per Israele dopo aver scoperto, qualche giorno prima, di essere incinta.
Sono partita da sola e quegli otto giorni hanno significato tantissimo per me e per la mia scelta futura. Il muro del pianto, il cammino della via crucis, il rabbino che mi accompagnava ovunque e che era uno dei pochi che sapeva.
Sapevo che sarei tornata diversa.

Sono partita una settimana fa per Tahiti e mi tremavano le gambe, mentre salivo sul Malpensa Express direzione aereoporto. Fino all’ultimo non sapevo se prenderlo o no, quel volo.
Perché da quando c’è Bianca, nella mia vita, è tutto diverso.
Ha quasi quattro mesi, stenta ancora a riconoscermi e io vado via per 9 giorni.
Il viaggio più lungo della mia vita, pensavo.
E un po’ avevo ragione.
Tantissime ore di volo, lo scalo a Parigi, poi Los Angeles e infine Papeete.

Per arrivare in Paradiso bisogna faticare” dice qualcuno.
Già.

Il primo giorno serve per riprendersi. Non pretendete troppo da voi stessi.
Poi, dal secondo giorno, bisogna lasciarsi andare alla magia dell’isola.

Dimenticate i cellulari, se potete (quello che non ho fatto io, cercando disperatamente wifi anche in mare aperto). E lasciatevi trasportare dalla musica di Bobby, l’hippy più famoso di Huahine.

Ascoltate qui e guardate queste foto. Le ho scattate con l’iphone, in giro. Nessun filtro particolare. Solo un paesaggio unico.




La Polinesia francese ha qualcosa di magico. E non sono solo le spiagge, non sono solo le corone di fiori o la sabbia bianca e il mare cristallino.

Certo, tutto quello è il paradiso e lo lascio raccontare alle mie colleghe travel che viaggiavano con me, ma la mia Polinesia è stato altro.
Mi sono avvicinata a queste isole con l’irrequietezza di chi ha una vita stressata, a casa.
E ho capito da subito che potevo lasciarla a casa, quella frenesia.

Mi sono avvicinata a queste isola con la voglia di tornare a casa, ma con la consapevolezza di essere partita. E quindi di essere pronta a lasciarmi andare.

Sono stata chiamata qui a scoprire quella che è la cultura culinaria di un paradiso terreste, ma quello che mi rimane, in questi giorni qui, non è il cibo. Sono le facce della gente che ci vive, qui. E che sorride e prova a farti capire la propria vita.



Il sorriso di Paulina che, mentre ci accoglie nella pensione Fare Maeva a Huahine, mi fa i complimenti per il tatuaggio. E io le racconto di averlo fatto in Thailandia ma le dico che voglio tatuarmi anche li, a Tahiti, dai due fratelli del mercato. E a lei viene la pelle d’oca, mi guarda e mi dice “guarda, ho i brividi. Io li conosco e loro sono bravissimi. Devi prenderti tempo per te, ascoltare il tuo cuore, pensare a cosa vorresti davvero comunicare con quel segno sul tuo corpo e farti dipingere con l’inchiostro da quel tatuatore che hai scelto. Qui in Polinesia i tatuaggi sono storie da raccontare. Quale è la tua?”.

Gli occhi della signora che mi insegna a muovere il bacino per imparare la danza tahitiana, con al collo corone di fiori appena create e in testa cappelli di foglie di palma, e intanto ride di gusto della mia assenza di punto vita.





La fretta del cuoco delle Roulotte, in centro a Tahiti, dove la gente è talmente tanta da dover ordinare mezz’ore prima per essere serviti in tempo. E sua moglie che prende le ordinazioni e ride di noi cinque italiane mezze addormentate che non sappiamo decidere cosa mangiare perché sembra tutto ottimo. E lo è. Dal sashimi di tonno al tonno in ogni salsa, dal mahi mahi alla griglia con salsa di vaniglia, alla tartare con lime e latte di cocco. 













La gentilezza del coltivatore di vaniglia, danese ma ormai polinesiano di adozione e la sua meravigliosa piantagione. Quelle stecche cosi ciccione e piene di semini, quel profumo inebriante e coinvolgente, quel cocco appena tagliato e quel succo di mango ad accoglierci.

La dolcezza della manager mentre ci accompagna a visitare il lussuoso Taha’a Resort, su un motu (isolotto) appartenente a Taha’a, e ci mostra gli over-water da brivido, le camere di 200mq, la spa e gli olii monoi e il miracoloso olio di tamanu (ve lo consiglio anche per i tatuaggi). Il direttore del resort e la colazione con lui, all’alba, per raccontarci le curiosità dell’isola e per sentirci dire che la famosa Bora Bora è anche chiamata ironicamente “Boring Boring” … chissà perché!



Armando, la nostra guida sull’isola di Huahine, e le sue urla in spiaggia per richiamare la nostra attenzione all’ora di pranzo. Il suo mix di tonno crudo con lime, latte di cocco, sale, carote, cipolle e cetriolo. Questo è il piatto tipico tahitiano. Il raw tuna with coconut milk.









Facilissimo da preparare e meravigliosamente profumato.

I fratelli Salmon, detti da me “i fratelli Salmone” che non ho mai avuto il piacere di conoscere ma che mi hanno gentilmente indirizzato dal mio nuovo tatuatore. Ebbene si, ne ho fatto un altro. Potevo, nel luogo dove il tatuaggio è storia, culto, tradizione, non farmi tatuare qualcosa di unico e di solamente mio?

Dimenticatevi il tatuaggio copiato. Qui ogni tatuaggio è una storia da raccontare, fatta di simboli, di parole, di immagini e di segni. Sono grandi, i loro tatuaggi, perché all’interno ci sono le loro vite.
Non ho avuto il coraggio di osare tale grandezza, ma ho disegnato il mio e lui l’ha reso polinesiano.



Are u ready?
Yes, i’m ready.
Tahitian style?
Yes.
Ok, let's do it!











La nostra guida Ludovic di Tahiti Tourisme, da me soprannominato Sebastian e le risate fatte insieme durante le cene nel deserto resort Royal Huahine.

Gli occhi di Gustavo, insegnante di diving argentino, e il nostro arrivo a Rangiroa nel Kia Ora Resort, dove per un attimo capisci che avere un compagno sarebbe un ottimo motivo per tornare li, insieme. Le camere più belle, il paradiso di una vegetazione mai vista prima d’ora e il primo wifi funzionante dell'intera settimana!(sono cose importanti quando cerchi disperatamente di comunicare con l'Italia)


L'escursione sul motu più suggestivo, dove, tra coralli, acque cristalline e piccoli squali attorno a noi, Ugo mi guarda e mi dice: Do you see the ocean? Davanti ad uno spettacolo incredibile da descrivere. Le onde forti, il rumore inconfondibile, la paura di cadere e quel brivido che solo il mare ti può dare.











Il pane di cocco, specialità locale, preparata con cocco grattugiato, farina, lievito, sale e acqua di cocco. Impastati insieme, poi divisi in mucchietti e cotti ognuno tra due foglie, sulla griglia. Quel gusto un po' brucciacchiato, ma all'interno morbido e dolce, come il cocco.




Il villaggio di Tiputa, le bellezze locali e l'orgoglio della gente nel mostrare la propria terra.






Le Relais de Josephine e quella suggestione di essere nel punto dove si incontrano mare ed oceano, i delfini che nuotano e giocano tra le onde, la quiche con le verdure e il chutney di mango preparato insieme, con aglio, cipolla, pimento, mango fresco, aceto, senape e zucchero di canna.











I 12 aerei presi in 9 giorni, il jet lag, la mancanza di mia figlia, le coppie in viaggio di nozze, il cellulare spento per intere giornate, gli occhi della gente, gli acquari naturali in mezzo al mare, il paesaggio in assoluto più bello mai visto prima d'ora, la noce di cocco aperta in tre colpetti, il segno indelebile che mi ricorderà per sempre di essere stata qui.

E quando qualcuno ti guarderà, ovunque tu sarai, e vedrà il tuo tatuaggio polinesiano, dirà : "sei stata in Polinesia!", ti sorriderà e ti chiederà il significato. Perchè qui tutto ha una storia. Da raccontare guardando l'ocenano.

Do you fell the ocean?










































Iniziamo a comprare il cucchiaino ... per le prime pappe!

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E niente. Lei mi guarda, ci baciamo e ci abbracciamo da una settimana.
E' l'effetto post-Tahiti :-)
Siamo incollate e la prossima settimana partiamo insieme, io e lei, per la Puglia. Andiamo a riposarci e a riprenderci dalle ultime fatiche di questi mesi (io praticamente mi prendo finalmente la prima settimana di maternità posticipata di un anno ormai!)

Oggi ha pianto come una disperata e immagino sia per questi dentini che iniziano a spingere e a volersi far sentire, così ho provato a darle quel giochino per le gengive che si raffredda ... avete presente, mamme? Ecco, mi sa che è ancora presto.
Non lo vuole ancora, ma inizia a tenere strette le mie mani o il suo piccolo peluche Dudu e prova a mettere in bocca le prime cose.

Tra poco si inizierà con le pappe, piccolina! Per l'occasione mi sono munita di tutti gli strumenti che velocizzeranno la mia produzione di pappine e di fruttini.
A proposito...Bianca da pochi giorni ha fatto 4 mesi. Posso iniziare con uno spicchio di mela frullato o con qualche altra frutta? Quale sarà la prima cosa da fare quando dovrò preparare la pappa?
Perché quando mangio lo yogurt mi guarda con gli occhi di chi vorrebbe assaggiare, ma è il caso?
Intanto io inizio a munirmi di tutto il necessario, con biberon per l'acqua, piattini e mini posate.
Il cucchiaio ad esempio, meglio di silicone morbido o di plastica?
L'effetto catapulta infernale in tutta la casa (compreso sulla mamma) è assicurato?
Perché ci tengo, eh!

Care mamme,
non abbiate fretta è meglio aspettare che il bambino sia pronto ad accettare il cucchiaino piuttosto che rischiare un insuccesso che può essere frustrante per voi e non offre vantaggi nutrizionali.
Le raccomandazioni relative all’introduzione degli alimenti solidi nella dieta del lattante indicano i 6 mesi compiuti come data ideale; in questo momento della crescita la prima pappa avrà la maggiore possibilità di essere ben accettata perché fornisce proteine, ferro e zinco che iniziano ad essere carenti nel latte materno.Il vostro pediatra, che conosce bene il vostro bambino, saprà comunque indicarvi il momento giusto per iniziare con le prime pappe.
Per quanto riguarda il cucchiaino non vi sono particolari raccomandazioni, oltre alla dimensione che deve essere quella da the.Scegliete un materiale non poroso; il silicone può essere consigliabile per la sua consistenza morbida ed elastica. Ricordatevi mamme di non utilizzare il cucchiaino del bambino per controllare voi stesse la temperatura della pappa. Nella bocca è presente un battere responsabile delle carie che può essere trasmesso al bambino.
Il primo brodo vegetale potrà essere preparato facendo bollire una carota, una patata e una zucchina, senza aggiunta di sale. Il solo brodo, separato dalle verdure, potrà essere conservato non più di 48 ore in frigorifero in contenitore chiuso. Questo brodo sarà la base per preparare le prime pappe e presto vedremo come.
Un assaggio di frutta come omogeneizzato senza zuccheri aggiunti o grattugiata potrà essere offerto in occasione del pasto del pomeriggio, aumentando progressivamente le quantità e cercando di variare sempre seguendo la frutta di stagione. Quindi a partire dai 6 mesi ed entro i 12 mesi possono essere introdotti tutti i tipi di frutta e verdura.

Silvia Scaglioni



Anche oggi vi ricordo di consultare la App 1000 giorni, dove potete trovare, tra l’altro, le indicazioni pratiche per la preparazione del brodo vegetale.






Oggi cucina ... Francesca!

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BOUNTY CHIFFON CAKE

Ingredienti:
dose per uno stampo di 18cm di diametro circa

75g di farina 00
75g di farina di cocco
150g di zucchero
65g di olio di arachidi
3 uova
1/2 bustina (8g) di lievito per dolci
95g di acqua
buccia grattugiata di limone
un pizzico di sale

120g di cioccolato fondente
Latte qb
farina di cocco per decorare

Portate il forno a 160°. Dividete i tuorli dagli albumi. In un terrina setacciate le due farine e il lievito per dolci e unite lo zucchero. Aggiungete l'acqua, l'olio, i tuorli, la buccia grattuggiata del limone e mescolate con un frullino finché otterrete un composto liscio e uniforme. Montate gli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale, dopodiché incorporateli nel composto mescolando delicatamente dal basso verso l'alto per non farli smontare. Versate il tutto nello stampo ricoperto di carta forno. Infornate per 40 minuti a 160°, poi alzate a 175° e terminate la cottura per altri 5/10 minuti. Fate la prova stuzzicadente o spaghetto come faccio io!
Sciogliete il cioccolato fondente su fuoco basso, unitevi il latte e mescolate bene. Togliete dal fuoco e versate il cioccolato sulla superficie della torta. Con una spatola liscia distribuite il cioccolato e livellatelo facendo colare quello in cesso sulle pareti laterali dello chiffon. Spolverate con farina di cocco e servire quando si è raffreddata!

Vellutata di asparagi bianchi con sautè di vongole

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Gli asparagi bianchi di Cimadolmo, comprati in Veneto, e le vongole veraci, quelle buone davvero.
Due ingredienti semplici ma cosi buoni. Se trovate anche quelli selvatici, potete saltarli in padella a parte e unirli alla fine, insieme alle vongole.
L'abbinamento è con un Franciacorta Brut perchè la crema di asparagi ha tendenza dolce, le vongole sapidità e il brut ha una freschezza giusta che ben si equilibra con il piatto!


Ingredienti:
1 mazzo di asparagi bianchi
1 patata
1 cipolla dorata
500 gr di vongole
1 spicchio di aglio
prezzemolo
peperoncino
sale, pepe nero
olio evo

Per prima cosa pulite gli asparagi aiutandovi con un pelapatate. Pelateli nella parte inferiore ed eliminate l'eventuale parte molto dura. Lavateli e tagliateli a tocchetti.
Pelate anche la patata e tagliatela nello stesso modo.
In una pentola fate stufare la cipolla dorata con l'olio, poi unite le patate e gli asparagi, unite acqua o brodo vegetale e lasciate cuocere per 15-20 minuti, poi frullate con un frullatore a immersione.
A parte soffriggete uno spicchio di aglio, unite le vongole dopo averle tenute in acqua e sale per un'oretta, il peperoncino, il prezzemolo e coprite affinchè si aprano.
Dopo 5 minuti togliete il coperchio e servite in una piccola coppetta se volete un entreè, altrimenti in un piatto fondo come primo piatto.


La stevia. Prima capiamo cos'è ... e poi impariamo ad usarla!

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In tanti mi avete scritto su Facebook a proposito della stevia. Scrivo questo post per chiarire di cosa stiamo parlando e per tranquillizzare quelli che temono anche qui la presenza dell'aspartame.

La stevia è un dolcificante 100% di origine naturale e privo di calorie.
E' una pianta che dolcifica in modo naturale, senza calorie né glucosio. Le sue foglie si usano da centinaia di anni come dolcificante tra i popoli indigeni del Paraguay e in alcune regioni del Brasile.
Coltivata principalmente in Thailandia, in Cina e nell'America meridionale, si può consumare in foglie, in polvere, in forma liquida o in compresse.
In grande distribuzione la trovate sotto forma di polvere più comunemente, o in compresse o liquida.

Chi ha visto il mio primo video (lo trovate qui) in cui utilizzo Misura Stevia, conosce già il concorso lanciato in questo mese: www.misurastevia.it/page/la-dolcezza-che-ti-sveglia#.U4cMEHJ_uSo

Quello che bisogna tenere in considerazione, quando utilizziamo la stevia sono queste due cose:
1. La proporzione: 100gr di zucchero equivalgono a 40gr di stevia
2. Il gusto: considerate che la stevia ha un retrogusto di liquirizia, quindi perfetti alcuni abbinamenti come il limone, la menta, il cacao, il cioccolato, la vaniglia.
Questo vuol dire ... via libera ai dolci!

In più è perfetta per i diabetici, si può usare in gravidanza e in allattamento, è adatta anche ai bambini, non ha glutine, non è cariogena e non provoca allergie.

Io ho preparato una cake al limone e i muffin al cacao leggeri con frutti rossi.
Il risultato? Pazzesco!

Io l'ho resa indispensabile nelle mie ricette, e voi?
La conoscete? La usate?

Nel prossimo post vi scrivo le mie ricette!

Meraviglioso amore mio.

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"bisogna averne cura" ...

E' incredibile come cambi tutto, dopo i quattro mesi.
E chissà dopo.

Sto cercando di darle il meglio, come credo tutte le mamme; so che quello che faccio per lei in questi primi mille giorni e' fondamentale anche per il suo futuro...e non vedo l'ora di iniziare con il cibo per scegliere al meglio e contribuire alle sue abitudini da grande.

Bianca interagisce sempre di più. Mi stringe le dita e finalmente ha trovato un nuovo amico che stringe e abbraccia come se improvvisamente ne avesse capito l'importanza.
E pensare che fino a due settimane fa non teneva nulla con lei nel lettino. Oggi invece si addormenta con il suo amico topino, mettendolo sugli occhi per fare buio ... e quando si sveglia ride di gusto e mi fa impazzire.

Esiste qualcosa di più bello di un bimbo che ride? 

Poi ci siamo innamorate di un cartone che si chiama "Masha e l'orso" e ormai quando torniamo dalle nostre passeggiate quotidiane, è diventato un appuntamento fisso (in realtà sono pazza io di questo cartone!).
Ci mettiamo sul divano e lei rimane incantata per qualche minuto poi scatta immediatamente l'esigenza di muoversi e di girare per casa.
Ma a 4 mesi è normale non voler mai stare ferma?

Questa settimana ci aspetta la Puglia. Facciamo la nostra prima settimana insieme, io e lei.
E sono settimane che aspetto questo momento.
Sento la necessità, mai come ora, di momenti solo nostri. Forse è normale, credo sia un'esigenza di ogni mamma stare e avere tempo in esclusiva con il proprio bimbo. Guardarsi negli occhi, prendersi le mani e iniziare a riconoscerle. Ma secondo voi è vero che la mamma si riconosce dal profumo? 

Vi racconterò il nostro primo bagnetto al mare, le nostre notti nel lettone insieme e la bellezza di una famiglia che si crea, anche così.



Dolci leggeri, venite a me!

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Avrete visto le mie ricettine con la stevia. Vi ho anche raccontato di cosa si tratta qui.
La stevia sta diventando il mio nuovo alleato nei dolci pre-estate. Mi conoscete, non sono una di quelle che rinuncia facilmente alle calorie ma sopratutto ai dolci e non sono neanche la paladina delle diete.
In tanti mi scrivono "con quello che mangi e che prepari come fai a non ingrassare?".
La verità è che ingrasso, come tutti. Ma ho un buon metabolismo.
Cammino sempre, non vado in palestra ma cerco di muovermi sempre a piedi e ora, con una pupotta piccola, non sto mai ferma.
Però mangio. E non mi faccio mai mancare nulla.
La stevia mi ha dato un aiuto, almeno con i dolci. Riuscire a fare muffin al cacao con meno di 100kcal ciascuno, beh ... è stato un successo. Io che al cioccolato non intendo rinunciare. Io che "non datemi sorbettini e cose light perchè non ce la posso fare!".

La ricetta della cake al limone la trovate qui http://www.misurastevia.it/page/lemon-cake-chiara-maci

Ora inizio a pensare ad altre ricette, magari di biscotti o di frolle, o, perché no, un bel muffin al cacao.
Voi se volete aiutarmi nell'impresa mandate la vostra ricetta e partecipate al concorso La dolcezza che ti Sveglia.

Guardate qui http://www.misurastevia.it/page/la-dolcezza-che-ti-sveglia e partecipate!

Poi vi aspetto a cucinare con me.


Un abbraccio
C.


















Oggi cucina ... Aleksandra!

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Buhtle (dolce della tradizione Croata) – bocconcini di pan brioche con la marmellata di ribes

Per la pasta:

250 gr di farina 00
12 gr di lievito
150 ml di latte
50 gr di burro
50 gr di zucchero
½ bustina di zucchero vanigliato (o 1 cucchiaino di preparato di zucchero a velo con la bacca di vaniglia)
1 pizzico di sale
1 uovo piccolo

Per il ripieno:

marmellata di ribes q.b.

Scaldare 50 ml di latte, aggiungere un cucchiaino di zucchero e sciogliere il lievito. Lasciare che lieviti 10 minuti. Unire alla farina lo zucchero, il sale, il burro tagliato a pezzetti, lo zucchero vanigliato, aggiungere l’uovo leggermente sbattuto ed infine il lievito sciolto nel latte.
Cominciare ad impastare e aggiungere poco alla volta 100 ml di latte tiepido fino a che l’impasto assorbirà tutto il liquido. Lavorare la pasta per 15 minuti. Lasciare riposare la pasta per circa 1 ora, la pasta dovrebbe raddoppiare di volume. Dopodiché stendere la pasta con il mattarello a 1 cm di spessore e ritagliare dei rettangoli. Al centro di ogni rettangolo mettere un cucchiaino di marmellata, richiudere bene ogni bocconcino per non fare uscire la marmellata durante la cottura e dargli la forma di una pallina.
Rivestire la teglia (rettangolare o rotonda) con la carta da forno e appoggiarci i bocconcini distanziati uno dall’altro circa 5mm. Lasciare lievitare altri 10 minuti la pasta e infornare nel forno preriscaldato a 180°C, cuocere il dolce per 25-30 minuti.
Raffreddare il dolce e spolverarlo con lo zucchero a velo.

Dischetti di piadina con Salmone, rucola e squaquerone

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(Fotografia di Andrea Maia)


Le mie ricette con il Salmone Norvegese e lo Stoccafisso Norvegese le trovate su Fior di Sapori!

Ingredienti:

600 g Salmone Norvegese fresco
200 g formaggio fresco morbido
4 piadine
1 mazzetto rucola

Tagliate ogni piadina in dischetti con un coppapasta o con una formina per i biscotti.
Scaldate una padella e rosolate i dischetti da entrambi i lati
Scottate a parte il salmone della stessa dimensione dei dischetti, tagliandolo con lo stesso coppapasta usato per la piadina
Farcite la piadina con salmone, rucola e squaquerone

Al posto della rucola potete preparare un pesto di basilico e lo squaquerone può essere sostituito con ricotta e stracchino.

Patate, cicorie ripassate e uovo in camicia.

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Ingredienti:

3 patate di medie dimensioni
4 uova
2 alici
1 spicchio di aglio
peperoncino
sape, pepe
olio evo

Lessate le patate, poi schiacciatele grossolanamente e conditele con sale, pepe, una noce di burro. 
Lessate anche le cicorie, poi scolatele.
In una padella fate soffriggere uno spicchio di aglio con un peperoncino, aggiungete le cicorie e una o due alici.
Preparate ora le uova in camicia facendo molta attenzione a non romperle. Versatele ognuna in una ciotolina senza rompere il tuorlo. Sul fuoco fate bollire una pentola con acqua (2 lt circa) a cui avrete aggiunto due cucchiai di aceto di vino bianco. Con un mestolo create una sorta di mulinello girando l’acqua formando un vortice. Fate sobbolire appena e versate il primo uovo all’interno con un mestolo, poggiandolo delicatamente. Fate cuocere per 3 minuti poi quando l’albume sarà ben attorno al tuorlo, scolate.
Servite le patate schiacciate con sopra la cicoria ripassata e infine l’uovo.




La nostra prima vacanza insieme.

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Nei giorni scorsi sono stata a Squinzano. Dov'è? Mi chiederete voi. E' in provincia di Lecce ed è il paese dove è nato mio padre.
Sono qui in semi-ferie con la mia pupa che ormai è un vitellino e che oggi, per la prima volta, ha fatto il bagno in mare.
E' stato bello portarla nella mia infanzia. Era una vita che non tornavo li, dalla mia zia anziana che ha visto crescere tutta la nostra famiglia. Le ho portato Bianca e lei era felice. E quando ho visto i carciofi fritti e i gamberoni di Gallipoli, ero felice anche io :-) (Le avete viste le foto su Instagram? Ho praticamente mangiato tutto io!)
Ho mangiato tutto e di più. Adoro il Sud. E intanto guardo Lei. Con i suoi rotolini di ciccia e le sue guanciotte rosa.
E' una piccola gigante.
Stanotte ha dormito 9 ore e stamattina ha fatto quasi fatica a svegliarsi. Si stiracchiava e mi guardava ridendo. Lo so, lo so. Non sono fortunata. Di più.
Ma respira felicità...e la trasmette.

Poi dopo il latte ha iniziato a fissare il mio pranzo...eheh. Furbetta! Io le avvicinò sempre ogni cibo per farle sentire gli odori ma fosse per lei inizierebbe subito a mangiare! Apre la bocca appena mi avvicino con qualcosa...
Ma facciamo le brave! A suo tempo…
Non voglio fare per forza di testa mia, quindi ascolterò la pediatra ed eviterò tutte le mode alimentari, come ad esempio quella vegana, o le diete "fai da te".
L'unica cosa che so è che sicuramente vorrei si abituasse a tanti alimenti e quindi vorrei farle assaggiare più cose possibili. Che ne dice dottoressa? Vado fuori dagli schemi o è corretto?
Intanto ci godiamo il meritato relax.
Buona settimana a voi!

Cara Chiara,
la tua bimba sta crescendo:ora riconosce il cibo e comincia ad esserne attratta. Questi comportamenti sono la prova dei processi di apprendimento che avvengono ormai quotidianamente, ed è bello che le mamme colgano questi cambiamenti giorno dopo giorno.
L’alimentazione supporta queste fasi delicate non solo fornendo energia per la crescita, ma anche micronutrienti che intervengono nei processi di difesa da malattie e nello sviluppo psicomotorio. Nel primo anno di vita la crescita in statura (nel primo anno di vita la lunghezza aumenta mediamente di 25 cm)subisce una modificazione straordinaria che non verrà uguagliata nemmenodurante l’adolescenza. Nei primi mille giorni lo sviluppo è direttamente dipendente dalla dieta: igrassi sono la principale fonte di energia e contribuiscono allo sviluppo del cervello e della retina,ma non devono mancare, in quantità adeguata, proteine, zuccheri , calcio, ferro, zinco e vitamine. E’ importante quindi non fare mancare nulla ai nostri bambini, garantendo loro una dieta varia e che comprenda tutti i gruppi alimentari: è quindi corretto dare loro verdure, frutta e cereali, ma non possono mancare carne e pesce. Inoltre non bisogna aver fretta di passare dall’alimentazione lattea a quella da adulti.Questo passaggio deve avvenire, seguendo il consiglio del pediatra, in modo graduale e con alimenti a misura di bambino. I prodotti per l’infanzia, oltre ad offrire garanzia di sicurezza, apportano la corretta quantità di nutrienti e minerali, senza trascurare la stimolazione del gusto. I bambini sono molto più esposti degli adulti ai contaminanti quindi è necessario che gli alimenti siano sicuri. Attenzione quindi a scelte estreme come ad esempio le diete vegane, con cui non è possibile garantire l’equilibriodei nutrienti necessari al bimbo nei primi anni di vita.Attenzione anche alle diete fai da te! Fai bene Chiara a volere per la tua bambina una alimentazione diversificata. Per prima cosa è importante chiedersi se in famiglia si mangia correttamente. La presenza di un bambino in casa può essere l’occasione per modificare il proprio stile alimentare e di vita, in senso più salutare.

Silvia Scaglioni



Anche oggi, vi consiglio come sempre una lettura sull’App 1000 giorni, “I prodotti per l’infanzia”.


Oggi cucina ... Silvia!

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RISOTTIMO
(RISO AL TOMINO PROFUMATO AL TIMO IN CIOTOLINA DI PARMIGIANO)

Ingredienti:

150 g di Riso Carnaroli
1 tomino
brodo di carne
1 scalogno
timo fresco
grana padano grattuggiato
olio extra vergine d'oliva
una noce di burro

Preparate il brodo di carne con il dado e il soffritto con lo scalogno tritato. Tostate il riso e sfumate con un buon bicchiere di vino bianco, quindi iniziate la cottura aggiungendo a poco a poco il brodo.
Intanto che il riso cuoce, ci vorranno circa venti minuti, togliamo la crosta al tomino e tagliamolo a cubetti. Preparate anche la ciotolina di parmigiano: mettete un foglio di carta da forno, precedentemente bagnato e strizzato su di una pentola antiaderente, al centro del quale dovrete mettere tre cucchiai di parmigiano grattugiato. Cuocete a fuoco medio finchè il formaggio si scioglie e diventa dorato.
Quindi, senza ustionarsi…togliete il foglio dalla pentola e capovolgetelo su una coppetta rovesciata, fino a farlo raffreddare. Come per magia avrete una ciotolina croccante ed invitante da riempire!
Tornate a prendervi cura del riso. Quando la cottura è terminata mantecate con il tomino e il timo. Lasciatelo riposare per qualche minuto. Ora riempite il cestino di formaggio e decoratelo con un bel mazzetto di timo fresco.
Successo e acquolina garantiti! 

Bucatini alla carbonara con Baccalà

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(Fotografia di Andrea Maia)



Le mie ricette con il Salmone Norvegese e lo Stoccafisso Norvegese le trovate su Fior di Sapori!

Ingredienti:

600 g Baccalà di Norvegia già ammollato
400 g pasta
4 tuorlo
formaggio grattugiato
sale e pepe

Sbollentate il baccalà, precedentemente pulito.
In una padella con un filo di olio fatelo rosolare per qualche minuto.
Cuocete i bucatini, scolateli e versateli in padella con un mestolo di acqua di cottura.
Spegnete il fuoco, unite i tuorli, il pecorino e mescolate bene in modo energico fino ad ottenere una crema.

Come pasta vanno benissimo anche spaghettoni e mezze maniche rigate.

Io e Lei. E la Puglia. E quell'abbraccio a cui non posso resistere.

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Io non so se esista qualcosa di più grande.
Non avevo ancora ben capito l'amore, a trent'anni. E poi è arrivata Lei.
E se all'inizio tutto sembrava diverso, oggi mi rendo conto di quanto la mia vita sia meravigliosamente cambiata, davvero.



Siamo state in Puglia.
Eravamo a Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, al Nova Yardinia Resort.
Eravamo in Puglia, io, lei e la mia amica fotografa (grazie Elena per gli scatti insieme, io e lei).
Eravamo in un paradiso di natura, cibo, benessere e mare meraviglioso.
(Pubblicavo continuamente foto su instagram, quindi ormai conoscerete meglio di me il luogo e ogni mio spostamento)





Pur avendo un papà salentino e pur amando follemente questa regione, non conoscevo CastellanetaMarina, ma sopratutto non credevo esistesse un paradiso con una spiaggia di 5km e un mare cristallino, proprio li.
Io che cerco tanto spiagge grandi e attezzate, sopratutto in vista delle prime vacanze con la pupa, e non so mai dove scovarle.
Ecco, ora le ho trovate.

Sono stati giorni diversi. E' stata la prima vacanza da mamma, senza le mie solite 12 ore sotto il sole stile lucertola, senza nottate in giro, ma tutto così regolare, perfetto e unico. Deve essere sempre quell'empatia di cui parlava la pediatra. Siamo state talmente allineate, io e lei, da potermi permettere il lusso di un'ora di thalasso in una meravigliosa spa di 3500mq.
Percorrendo le diverse vasche, con i getti forti e decisi, mi rendevo conto che lei dormiva proprio accanto e io mi stavo godendo qualcosa per me.
Allora si può...





La mattina riuscivamo a goderci qualche ora di piscina con acqua di mare (e il suo primo bagnetto...) e nel pomeriggio sceglievamo il mare. Il Resortè composto di quattro strutture alberghiere: Kalidria Thalasso SPA Resort (dove eravamo noi), Alborea Eco Lodge Suites, Calanè Hotel Village e Valentino Grand Village. 
Inutile raccontarvi lo spettacolo del posto, scelto anche da Vasco (l'avete vista la nostra foto??) come ormai sua dimora fissa anche per le prove pre-concerto.
Guardate queste foto e giudicate voi.














Quello che amo, di questi posti, è la possibilità di scegliere il "su misura" per se. In fondo noi eravamo nel resort con la thalasso, il ristorante splendido e il piano bar serale. Ma avremmo potuto scegliere il Valentino, con l'animazione e lo stile da villaggio vacanza o l'Alborea e il suo pienissimo buffet e la sua piscina gigante.
Ognuno sceglie la vacanza su misura per se.
Il mio ideale.







E quando poi c'è il mare, il ristorante sulla spiaggia (dove Tutto è home-made, dal pane, alle torte, ai panzerotti, ai dolci), lo spaghetto alle vongole, la musica di sottofondo ... non so voi, ma per me è la vacanza perfetta!
(ho beccato anche il blog tour #staccolaspinainpuglia con amiche blogger che non vedevo da tanto e nuove conoscenze! più di cosi...!)

Per info:
www.novayardinia.it










Omelette!

Il primo sole e le prime merendine!

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Ebbene si, il mio pediatra dice che la prossima settimana si inizia con lo svezzamento.
E quindi brodo vegetale, pappine e mille cose nuovissime per lei.

Intanto, appena tornate dalle vacanze in Puglia, abbiamo cominciato con la merendina! Omogeneizzato di frutta (la pediatra mi ha detto di aspettare a darle la frutta fresca, più precisamente pera e mela.
Dottoressa, lei è d'accordo?

Vi descrivo la scena: prendo un cucchiaino di silicone e mi avvicino con una punta di omogeneizzato. Lei mi guarda con gli occhi sgranati, fa una faccia terribile e mi allontana la mano.
Ci riprovo.
Stavolta lo assaggia, poi mi allontana la mano, ancora una volta.
Ritento.
Lo assaggia, inizia a capire dove tenere la lingua (se sopra o sotto al cucchiaino), lo mangia ... e lo divora.
Ora ne vorrebbe mezzo vasetto (non avevo dubbi...).
Da consigli della pediatra, inizio con qualche cucchiaino per poi passare al mezzo vasetto. A scelta se la mattina o il pomeriggio.
Che ne dice, dottoressa? Va bene mezzo vasetto o se la vedo affamata posso dargliene anche uno al giorno?

Ho iniziato ora, al rientro dalle vacanze pugliesi, perché lì, non so come, ma Bianca mangiava molto meno e dormiva molto di più. Non mi sono preoccupata, ho immaginato fosse il caldo. E' possibile?
Altra domanda utile, nel mio caso e non solo. Io la proteggo con protezione 50+ e con cappellino sempre. Ma ammetto di averla portata in giro anche in orari troppo caldi, senza mai averla esposta però direttamente al sole. E' meglio comunque evitare?

Dottoressa, mi dà qualche consiglio pratico per l'estate che è in arrivo?
Bianca è davvero bianca! Ma immagino la protezione totale sia necessaria in ogni caso...

Cara Chiara,
come prevedibile il sapore della frutta è gradito a Bianca, in quanto la frutta, senza bisogno di aggiungere zucchero, ha già un sapore dolce. La consistenza e la qualità nutrizionale dell’omogeneizzato senza zuccheri aggiunti lo rendono particolarmente adatto alle prime esperienze di diversificazione dell’alimentazione:è cremoso e si è certi che la frutta sia di prima qualità. Se la bambina è affamata non vi sono motivi per non dare un intero vasetto. Gradualmente si potrà introdurre la frutta fresca grattugiata,inserendo tutti i tipi di frutta seguendo la stagionalità. La scelta di frutta e verdura potrà essere guidata anche dalla frequenza delle scariche. Se il bimbo è stitico si potrà scegliere le verdure verdi, i finocchi e pere, prugne, pesche, albicocche quindi tutta la verdura e la frutta più ricche di fibre. Se, invece, le scariche sono troppo frequenti è meglio optare per carote, patate, mele e banane.
Durante l’estate frutta e verdura diventano ancora più preziose, perché oltre a mettere le basi per una corretta abitudine alimentare, forniscono vitamine e acqua contribuendo alla regolazione dei liquidi.
Correttamente Bianca è stata protetta dai raggi del sole con creme e cappello. Al mattino ed nella seconda parte del pomeriggio non solo le temperature sono meno calde, ma anche i raggi del sole sono filtrati maggiormente dall’atmosfera. E’ meglio quindi preferire questi momenti della giornata per le uscite del bambino, evitando invece il primo pomeriggio. In ogni caso, per prevenire colpi di calore, disidratazione e scottature si raccomanda di non esporre i bambini, anche dopo il primo anno di vita, ai raggi solari diretti, di offrire acqua e tanta frutta senza di zuccheri aggiunti.

Silvia Scaglioni



Come sempre vi consiglio di dare un’occhiata alla App 1000 giorni, dove troverete tante informazioni utili per la nutrizione dei vostri piccoli!





Oggi cucina ... Sonia!

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MADELEINE AL LIMONE

Ingredienti:

3 uova
130 gr zucchero
200 gr farina
10 gr lievito per dolci
200 gr burro fuso
2 cucchiai di miele d’acacia (o un miele dal gusto delicato)
1 limone (il succo di 1/2 limone e la buccia grattugiata del limone intero)
zucchero a velo per decorare

Con le fruste elettriche sbattere in una ciotola le uova con lo zucchero finché non diventano chiare e spumose, poi aggiungere poco alla volta il burro fuso, il miele e mescolare bene con una frusta normale per amalgamare bene gli ingredienti.
Procedere aggiungendo la farina setacciata con il lievito ed in ultima aggiungere il succo di 1/2 limone e la scorza di un limone intero. Mescolare bene gli ingredienti e riporre la ciotola coperta con la pellicola in frigorifero per 1 ora.
Imburrare ed infarinare gli appositi stampini per madeleine e riempire per 2/3 con l’impasto.
Infornare a 190° per 15 minuti. Una volta fredde, cospargere le madeleine con abbondante zucchero a velo.

Metro Horeca Star 2014. Premiamo insieme le piccole e micro imprese più sostenibili.

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Oltre 10.000 fallimenti in 12 mesi. Chiuse 1.018 imprese al giorno. Costi 160 volte superiori per una PmI italiana rispetto a una concorrente tedesca o francese. Queste le cifre impressionanti che più di tante parole mostrano le enormi difficoltà delle piccole e micro imprese italiane.

Ma si può fare qualcosa?

Certo che si può. Con la tenacia, la grinta, l'impegno, lo sviluppo sostenibile in termini sociali ed ambientali. Ad aggiungersi a questo, METRO Cash and Carry Italia ha indetto un concorso per celebrare i 50 anni nel mondo.
Un concorso emozionale, ma non solo.
Quella che verrà premiata sarà la più bella storia imprenditoriale caratterizzata dai valori di sostenibilità ambientale e sociale.
I destinatari siete quindi voi, titolari di piccole e micro aziende del settore Horeca (ristorazione e bar) che investono nel futuro.

Mi scrivete in tanti. E tra tanti di voi ci sono piccoli imprenditori che meritano di essere sostenuti e premiati, per il lavoro svolto e per quello che ancora non si vede, ma che rappresenta comunque un investimento nel lungo periodo e nel futuro prossimo.

Ho letto alcune storie pubblicate sul sito e sono rimasta commossa dall'orgoglio, dalla forza, dall'ottimismo di tanti di voi che con impegno, ogni giorno, creano qualcosa di unico.

Come partecipare?
a partire dal 1° giugno e fino al 30 luglio si potrà compilare un format sul sito www.metro.it per raccontare la propria storia che potrà anche essere corredata da video e foto. A settembre verranno scelti i vincitori da una giuria composta da me, dal Direttore di Ricerca di IEFE Bocconi Fabio Iraldo, dal Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Dino Scanavino, dal Presidente dell’Unione Ristoratori Italiani Igles Corelli, l’Amministratore Delegato della Fondazione Banco Alimentare Marco Lucchini e da Philippe Palazzi, Amministratore Delegato METRO Cash and Carry Italia, in qualità di presidente di giuria.

Spero di vedervi li, dove, per una volta, la storia e l'impegno vincono su tutto il resto.

La Sicilia. La scuola di Anna Lanza Tasca e quel pezzo d'Italia che non ti dimentichi facilmente.

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Il mal di Sicilia.
Ne parlavamo in auto, appena arrivati nell'aeroporto di Palermo.
Ci dicevamo, tra milanesi, fiorentini ed emiliani, che quando si parte dalla Sicilia si ha sempre una sensazione strana. E' il mal di Sicilia.

Già.




La Tenuta Regaleali è un angolo in mezzo al nulla.
Dove per nulla intendo vigne, campi di grano color oro, incredibili profumi e sensazioni di pace estreme (è sempre relativo, il nulla).






Qui a Regaleali, tra Case vecchie e Case grandi, c'è una famiglia. E attorno a questa famiglia, un'azienda.
Siamo dai Tasca D'Almerita. Qui si produce vino, qui si firmano prodotti locali di altissima qualità creati da artigiani e produttori del luogo, ma sopratutto, qui, oggi, si festaggiano i 25 anni di una scuola.





La scuola di Anna Lanza Tasca, oggi gestita dalla figlia Fabrizia Lanza, storica dell'arte, appassionata di cucina tanto da condividere con gli ospiti le ricchezze del territorio e da educare quelli stranieri alla cultura italiana del cibo.
Quella fatta dai profumi siciliani, dal finocchietto raccolto nell'orto, dal pesto di salvia e mandorle, dalle melanzane fritte e dalla caponata con lo zucchero di canna, il sedano appena sbollentato, le olive e i capperi.
Cesare Pavese scriveva ne "La luna e i falò", che "Non c'è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell'odore della terra cotta dal sole d'agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il suo sudore"

Esattamente come non c'è niente di più bello di un pranzo incredibile in mezzo alle vigne, di una tavola che ospita 160 persone, lunga 90 mt e ricca di prodotti unici, una famiglia ben legata, con quell'odore di collaborazione e di sostegno a vicenda. Di famiglia intesa come persone diverse con un unico obiettivo e con uno spirito univoco nella stessa direzione.




Arrivare qui a Regaleali, per chi, come me, non era mai stata, è stato anche questo.
Rimanere in disparte ad osservare. I movimenti, le parole, i sorrisi, i silenzi.
Per sentire tutto più vero.
Per assaporare meglio i sapori di una panella fritta all'istante, per imparare a fare i cavatelli da Fabrizia, immaginandomi l'emozione che potrebbe avere un americano arrivando qui, per annusare l'odore di finocchietto e il profumo del grano, per scoprire vini che in tanti conoscono ma che in pochi hanno la fortuna di studiare, cosi da vicino.
Per lasciarsi raccontare questa regione attraverso non solo il cibo, ma le mani e gli occhi di chi la rende bella e migliore, la Sicilia.















E sono loro, i coltivatori di Natura in Tasca, ma sono anche Fabrizia, il conte Lucio, Alberto, Giuseppe, Franca. Che attraverso la non facile gestione di un'azienda familiare, rendono il concetto di famiglia qualcosa di vero, utile e produttivo.
In modo da essere orgogliosi. Del prodotto, cosi come della propria terra.






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